Riyadh: La nascita dell’Arabia Saudita
Quello che un tempo erano dei piccoli insediamenti nel deserto si sono trasformati in una metropoli, Riyadh, che ha saputo mantenere il suo spirito storico.
Capitale e città più grande dell’Arabia Saudita, Ryadh è situata al centro della penisola arabica sull’altopiano del Najd. È centro politico ed economico di grande importanza, caratterizzato da un mix di architettura moderna e tradizionale e un clima desertico caldo.
Per poter capire e assaporare la vera essenza dell’Arabia Saudita non si può che partire da Diriyan, patrimonio Unesco e l’insediamento da cui si è dato vita, non con poche lotte, allo Stato saudita. La cittadina dista circa 20 km da Riyadh.
Diriyan
Diriyan
Diriyan
Occorre premettere che essendo Riyadh una grande metropoli, le distanze in chilometri sono sempre molto relative perché il traffico intenso rallenta e raddoppia quasi sempre i tempi di percorrenza. Questo è bene tenerlo a mente per organizzare al meglio le visite e non perdere tempo prezioso.
Diriyan è la capitale del primo regno saudita situata nell’oasi Wadi Hanifah nel cuore della Penisola Arabica, abitata dall’uomo da molti secoli. Qui sono nate numerose importanti civiltà, città e fortezze. Fu colonizzata dalla tribù Bano Hanifah, che fondò regni e controllò la regione per molti secoli prima dell’avvento dell’Islam.
Le antiche cronache affermano che Dirʿiyya venne fondata nel 1446 o 1447 e servì da capitale dell’Emirato di Diriyah sotto la prima dinastia saudita dal 1744 al 1818. Il primo e unico europeo a farvi visita in quel periodo fu J. L. Reinaud, un olandese o inglese di lingua araba inviato lì nel 1799. Reinaud trascorse una settimana nell’oasi rimanendone impressionato dalla semplicità e dalla cupa ospitalità degli abitanti.
Oggi la città è un vero e proprio museo a cielo aperto. Tutti gli edifici sono costruiti in mattoni a crudo e circondati da mura e torri di avvistamento. I recenti restauri ne hanno tra l’altro ben conservato lo spirito storico. Vale la pena visitarla all’imbrunire quando gli effetti di luce soffusa accentuano i monumenti e creano un’atmosfera unica.
Al Masmak
Al Masmak
Al Masmak
La visita nella storia saudita continua con la Fortezza Al Masmak. Gli storici hanno descritto questo monumento storico con vari nomi, come “la fortezza”, “il castello” e “Al-Masmak”, quest’ultimo è il più comune perché Al-Masmak in arabo significa edificio solido e fortificato. Infatti presenta caratteristiche difensive comuni ad altri castelli e fortezze: alte mura, torri di guardia, barbacani, merli, torrette, feritoie e ingressi segreti.
Passando dalla porta Al Masmak, la mattina presto del 5 di Shawwal 1319, corrispondente al 15 gennaio 1902, il giovane emiro Abdul-Aziz bin Abdurrahman Al-Saud e il suo gruppo di seguaci intrapresero un’azione che avrebbe cambiato l’intera storia dell’Arabia. L’idea era quella di costituire un’entità politica e religiosa con lo scopo di ripulire la penisola Arabica da pratiche eretiche e deviazioni dall’ortodossia dell’Islam.
L’assalto a questa porta fu l’inizio della vittoria che si sarebbe conclusa solo con l’unificazione della maggior parte della penisola arabica e la fondazione del Regno dell’Arabia Saudita. La strada fu lunga e tortuosa perché gli eserciti di Mohammad Ali, guidati da Ibrahim Pasha, devastarono Dir’iya e il resto del Najd, facendo cadere il Primo Stato saudita. Grazie però alla fedeltà a Al Saud così diffusa tra i sudditi delle tribù e degli urbani, due anni dopo i capi Al Saud tornarono per ricostruire il loro Stato. Questo portò alla fondazione nel 1824 del secondo Stato saudita, con Riyadh come capitale.
Nel 1916, durante la Grande Guerra, i britannici favorirono la proclamazione, nei possedimenti ottomani dell’Arabia occidentale, Hegiaz, della monarchia hascemita. Al termine della guerra, l’espansione del sultanato saudita del Najd da parte di ʿAbd al-ʿAzīz ibn Sa’ud portò inevitabilmente a uno scontro con il regno hascemita dell’Hegiaz, che fu infine conquistato dai Sa’ud nel 1925, sotto il cui governo continuò ad esistere fino all’unificazione dell’Arabia saudita nel 1932.
Le antiche mura di Riyadh furono costruite da Dham bin Dwas intorno al 1704 e restaurate nel 1823 per poi essere demolite nel 1891. Dopo aver conquistato la città, re Abd al-Aziz ne costruì di nuove, la cui ultimazione richiese 40 giorni. Erano di argilla spessa, alte 7,5 m, con 16 torri di guardia rotonde e affusolate. C’erano anche barbacani quadrati costruiti vicino alle porte. Purtroppo le mura andarono col tempo distrutte con lo sviluppo sempre più esponenziale della città.
Al Murabba Palace
Al Murabba Palace
Al Murabba Palace
Di sicuro interesse storico è Al Murabba Palace con l’adiacente National Museum. Il Palazzo è stato costruito su ordine del defunto Re Abdulaziz Al Saud, fondatore del Regno dell’Arabia Saudita. Fu edificato a 2 km dall’allora vecchia Riyadh, in linea con lo sviluppo e l’espansione della città in quell’epoca. Il palazzo e i suoi dintorni si configuravano come una piccola città a sé stante, contenente un numero ridotto di edifici. Il Re vi si trasferì con la famiglia nel 1939, eleggendolo non solo a dimora ufficiale ma anche a sede della gestione degli affari di Stato e facendone un “Diwan” (punto di incontro) con i leader del resto del mondo.
Le fondamenta del palazzo sono in pietra, mentre le pareti sono realizzate in un composto di fango e paglia. Sull’intonaco delle pareti spiccano iscrizioni e motivi decorativi su gesso. Intorno all’atrio centrale sono visitabili gli uffici amministrativi dei funzionari e delle guardie, le sale adibite al capo-servitore, capo-sicurezza, dottore, radiotelegrafista fino ai magazzini. Poi si prosegue salendo al primo piano per ammirare le sale di conversazione fino alla sala riservata agli incontri di Stato.
Getrude Bell
Franklin Delano Roosevelt
RIA
Le numerose fotografie narrano la vita del Re fondatore tra cui vari incontri con capi di Stato come Churchill e Roosevelt. Iconico rimane comunque l’incontro con Miss Gertrude Bell (diplomatica britannica, archeologa, scrittrice ed esploratrice). Percorse tutti i deserti del Medio Oriente stringendo rapporti di amicizia con i capi delle tribù e contribuendo alla definizione di regni e confini in quella porzione del mondo che a inizio 900 fu la più contesa tra le grandi potenze. Svolse in particolare un’attività segreta di sostegno alla rivolta araba, in supporto al fondamentale ruolo di Lawrence d’Arabia, durante la prima guerra mondiale.
La visita termina poi al Museo Nazionale dove si possono ammirare vari oggetti e vestiti della collezione del Re, tra cui ammirare il suo parco automobili.
Riyadh, in conclusione, è una città profondamente legata alla sua storia ma è anche moderna e proiettata verso il futuro. Importante è sapere che per visitare l’Arabia Saudita serve un visto elettronico facilmente acquistabile sul sito www.ivisa.com e avere un passaporto valido oltre sei mesi rispetto alla scadenza.
Nel prossimo articolo sul nostro sito Cruising journal non perdetevi la scoperta di Riyadh nella sua veste più moderna e cosmopolita.











