Finalmente demolizione per la vecchia Astoria
Finalmente è giunto il momento di dire la parola fine alla lunga vita della vecchia nave da crociera Astoria, da tutti conosciuta però con il suo primo nome: Stockholm.
Si, proprio la nave da trasporto misto passeggeri-merci che nel 1956 aveva speronato e mandato a fondo la nostra Andrea Doria, vanto della flotta del “Rinascimento” della Marina Mercantile Italiana. Ora l’Astoria è giunta a Gand a rimorchio dove l’attende il complicato processo di smantellamento.
Aastoria
Ricordiamo che a metà del 2021, la nave era stata acquisita da The Roundtable, società con sede a Porto Rico fondata dal miliardario americano Brock Pierce, uno dei pionieri delle criptovalute, già attore prima di entrare nei media e nella politica. Questa società aveva originariamente il piano di rimettere in servizio l’Astoria, ma visti gli alti costi dell’operazione decise di abortire il tutto e di rimettere all’asta la nave. Lo scorso giugno, Galloo è stato l’unico offerente all’ennesima asta per il vecchio cruise liner che secondo media olandesi si è aggiudicato la nave, ridotta quasi un relitto, per il prezzo di saldo di 200.000 Euro. Lo studio legale Hoek Sinke Ten Katen ha supervisionando l’asta, che si è tenuta presso il tribunale di Wilhelminaplein a Rotterdam.
Nella sua sede nel porto di Gand, l’azienda belga ha una lunga reputazione nello smantellamento, bonifica e riciclaggio delle navi ormai obsolete. Come mai il vecchio Stockholm non è stato acquistato dai voraci demolitori asiatici come quelli di Alang (India) e Gadani (Pakistan)? Perché l’Astoria batteva bandiera portoghese e quindi doveva essere demolita in un cantiere di riciclaggio riconosciuto a livello europeo. Gli unici altri competitors in grado di concorrere potevano essere i turchi di Aliaga che hanno le certificazioni necessarie per le demolizioni secondo i crismi dell’Unione Europea. Però probabilmente sono stati frenati dal fatto che ormai la vecchia nave è ferma da 5 anni e non è più in grado di navigare essendo scaduti i suoi certificati di classe e avendo le macchine ormai fuori uso da tempo. Per questi motivi avrebbe dovuto raggiungere la Turchia con un costoso servizio di rimorchio d’altura.
Secondo quanto dichiarato da Galloo, la società recupererà dalla demolizione della nave più di 12.000 tonnellate di materiale, tra cui metalli ferrosi e non ferrosi, legno, vetro e plastica. Verrà riciclato oltre il 97% in materie prime rinnovabili. Galloo inoltre dovrà saldare il debito con la società proprietaria del molo in cui era ormeggiata sin dal 2022 in stato di totale abbandono questa vecchia “carretta dei mari”.
Astoria
Vale la pena oggi per l’ultima volta ricordare la lunga carriera di questa nave che finisce dopo ben 77 anni. Costruita nel 1948 a Göteborg dal cantiere Götaverken era nata come un povero rimpiazzo della più prestigiosa Stockholm realizzata dai Cantieri Riuniti dell’Adriatico di Monfalcone (oggi Fincantieri) e andata perduta per cause di guerra nel corso del secondo conflitto mondiale senza aver mai navigato con passeggeri paganti.
I più anziani proveranno sicuramente un brivido nel ricordare la più grande tragedia della Marina Mercantile Italiana nel secondo dopoguerra. Parliamo del sopracitato affondamento dell’Andrea Doria, ammiraglia della Società Italia di Navigazione, avvenuto nel 1956 al largo di Nantucket a causa dello speronamento della nave svedese. Una nave che è legata a doppio filo con la storia marittima del nostro Paese visto che Genova era il porto d’immatricolazione e il capolinea del “Doria”, senza dimenticare che questo leggendario transatlantico era nato grazie all’abilità delle maestranze dell’Ansaldo di Sestri Ponente. Ma “La Superba” è stata anche il luogo in cui la vecchia Stockholm è stata profondamente ristrutturata (ironia della sorte) all’inizio degli anni Novanta presso le riparazioni navali. Nel corso di questi lavori venne completamente ricostruita la sovrastruttura, furono aggiunte delle antiestetiche controcarene e sostituiti i vetusti motori. La stazza lorda passò da 12.165 a 16.144 tonnellate. Ovviamente fu costretta anche ad importanti lavori di riparazione dopo l’incidente con il “Doria” in cui perse l’intera prua all’interno dello scafo della nave italiana. Questi avvennero allora a New York presso il cantiere Bethlehem Steel Company Shipbuilding Division.
Stockholm (1948-60), Volkerfreundschaft (1960-1985), Volker (1985-1986), Fridtjof Nansen (1986-1993), Italia I (1993-1994), Italia Prima (1994-1998), Valtur Prima (1998-2002), Caribe (2002-2005), Athena (2005-2013), Azores (2013-2016) ed infine Astoria: questi i nomi che ha portato l’ex transatlantico svedese nel corso dei suoi 77 anni di attività.
Stockholm
Stockholm
Ricordiamo che l’Astoria era già stata messa all’asta più volte da The Roundtable, ma nessuno aveva presentato l’offerta minima di dieci milioni di euro (ritenuti troppi dagli addetti del settore per una unità così piccola e in quello stato precario). Fuori servizio da oltre cinque anni, la nave da soli 556 passeggeri è stata gestita per l’ultima volta dall’ormai “defunta” Cruise & Maritime Voyages. Era già previsto che venisse ritirata dal servizio attivo dalla compagnia britannica alla fine del 2020, ma la pandemia ne ha interrotto anticipatamente la carriera lo stesso anno. Ricordiamo però che non era di proprietà di CMV, ma era a noleggio e già prima della crisi era previsto che questa tornasse al suo proprietario, un pool di banche. Con lo scoppio della pandemia l’Astoria ha anche trascorso un lungo periodo di inattività nel porto inglese di Tilbury, successivamente è stata rimorchiata a Rotterdam dove ha atteso fino a pochi giorni fa il suo destino in disarmo freddo, cioè senza equipaggio a bordo. Questo ha fatto sì che lo scafo e gli impianti di bordo si siano ulteriormente deteriorati senza una minima manutenzione ordinaria. Inoltre è stata coinvolta anche in un incidente il 18 febbraio 2022 quando ha rotto gli ormeggi durante una tempesta che ha travolto il porto olandese ed è andata ad urtare (riportando gravi danni a poppa) la portacontainer Seatrade Orange, ormeggiata sulla banchina di fronte. Dopo essere stata presa al rimorchio è stata riportata al suo ormeggio ed è la che ha aspettato il suo destino finale, cioè la demolizione.
Viene così detta l’ultima parola sulla tragedia dell’Andrea Doria con la fine anche della nave che le fu fatale. Un incidente che oltre alle 51 vittime, sarà ricordato per anni di diatribe sulla dinamica del sinistro con rimpalli di responsabilità tra italiani e svedesi e che si concluse con una sola vittima sacrificale, l’eroico comandante Piero Calamai che con il suo valoroso equipaggio riuscì a salvare la maggior parte delle persone a bordo del “Doria”. Solo dopo molto anni, dopo studi scientifici su cosa avvenne quella notte, la colpa dell’incidente fu attribuita alla nave svedese e all’ufficiale di guardia della stessa in servizio quella sera, Carstens Johannssen che però non ammise mai le sue colpe. Oggi la memoria del comandante italiano è stata riabilitata e Calamai e l’equipaggio dell’Andrea Doria sono ricordati a Genova con una scalinata a Boccadasse dedicata alla loro impresa che portò al salvataggio di centinaia di persone.
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