Alla scoperta di Carnival Pride


In occasione dell’unica visita nave Carnival organizzata in Italia da CrocierePiù in collaborazione con Gioco Viaggi, agente italiano della compagnia americana, abbiamo potuto scoprire Carnival Pride il giorno della sua ultima sosta a Civitavecchia prima della partenza della crociera transatlantica di riposizionamento.

Si tratta di una delle sei navi di classe Atlantica/Spirit consegnate tra il 2000 e il 2004 dal cantiere di Helsinki, allora parte del gruppo Kvaener Masa Yards. Due sono le navi andate a Costa Crociere (“Atlantica” e “Mediterranea”) e 4 quelle a Carnival Cruise Line (“Spirit”, “Pride”, “Legend” e “Miracle”) di questa fortunata classe. Perché diciamo fortunata? Perché non tutti prototipi nascono bene, ma in questo caso il risultato prodotto è stato eccellente. Infatti tra le navi panamax queste sono le unità con la miglior vivibilità in circolazione. A parità di aree pubbliche, hanno un ponte cabine in meno rispetto alla maggior parte delle concorrenti. Come mai questo lusso? Semplicemente il limite in altezza della nave è stato imposto dall’altezza limitata del bacino coperto del cantiere di Helsinki: così non si è potuto aggiungere un ponte in più come ad esempio sulla ex Costa Luminosa.

Ma veniamo nel dettaglio ai dati tecnici di Carnival Pride: entrata in servizio nel dicembre 2001, ha una stazza lorda di 86.071 tonnellate per una capacità su base doppia di 2.142 passeggeri (2.680 la capienza totale). La sua lunghezza “fuori tutto” è di 292,50 metri, mentre la larghezza è di 32,20 metri. Per le generazione elettrica troviamo a bordo 6 motori diesel Wärtsilä 9L46D per una potenza installata totale di 62.370 kW. La propulsione invece è garantita da 2 azipod ABB da 17.6 MW ciascuno che le permettono di raggiungere una velocità di servizio di 22 nodi e una massima di 24 nodi.

Ormai questa nave ha superato i 20 anni d’età e quindi nel corso della sua carriera ha subito diversi refit che però non ne hanno inalterato lo spirito originale come successo per altre navi Carnival (“Destiny”, “Triumph” e “Victory”). Infatti tutti gli aggiornamenti fatti hanno migliorato le aree pubbliche disposte su un totale di 12 ponti dedicati ai passeggeri. Vediamo quindi com’è stata migliorata questa unità: esternamente sono poche le cose che si notano, è stato aggiunto un generatore diesel d’emergenza in più che ha portato la sua stazza lorda da 85.920 t.s.l. ad 86.071. Inoltre proprio a poppa del generatore è stato impiantato un grande parco acquatico con scivoli che partono da un’altezza a livello del fumaiolo. Internamente le principali aggiunte sono il “Redfrog Pub”, il “Bonsai Sushi”, il negozio “Cherry on Top” e il “Club O2”. Sul ponte lido invece le novità ereditate dalle navi più recenti della compagnia sono il “Blueiguana Tequila Bar”, il “Redfrog Rum Bar”, il “Blueiguana Cantina”, il “Guy’s Burger Joint” ed infine a poppa l’area per soli adulti “Serenity”. Ma le aeree più spettacolari di questa nave rimangono quelle originali: vanno citati il teatro principale su 3 ponti, il ristorante di poppa su 2 ponti, il giardino d’inverno e soprattutto la steak house che si trova nel lucernaio sagomato all’interno della struttura del fumaiolo.

Come si sta a bordo? Sicuramente bene visto il favorevole rapporto stazza/passeggeri. Il prodotto Carnival è tarato sui gusti tipici dei crocieristi americani, quindi al buffet magari potremmo far fatica a trovare un buon piatto di pasta. Infatti su questa nave manca “La Cucina del Capitano” delle navi più recenti dove i piatti italiani sono sempre serviti e preparati in maniera ottima. Non mancano però la limonata sempre disponibile e il gelato alla spina.

Terminata la stagione europea, la nave si riposizionerà a Tampa da dove partirà per crociere nei Caraibi Occidentali. Ma per il vecchio continente è solo un arrivederci visto che “Spirit” ci tornerà l’anno prossimo dividendosi tra Nord Europa e Mediterraneo.

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Matteo Martinuzzi

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