Nagasaki: la sua eredità e la locale vivacità


Tra i porti protagonisti da visitare in Giappone, Nagasaki (letteralmente “piccola penisola allungata”) non deve mancare per il fascino internazionale e la sua locale vivacità.

La bellezza dei suoi monumenti è strettamente correlata alla storia della città con radici molto profonde. Già nel 1587 fu dichiarata città imperiale divenendo centro del traffico Occidentale e di diffusione del cristianesimo in Giappone.

All’arrivo in porto al “Nagasaki International Cruise Ship terminal”, possiamo già immaginare il vicino molo di Dejima (un tempo un’isola artificiale poi unita alla città), la cui apertura al traffico internazionale nel 1857 permise alla città un grande sviluppo. Era l’unico luogo in tutto il Giappone vicino all’Asia continentale, in cui gli occidentali potevano venire e commerciare durante il lungo periodo di isolamento giapponese.

Oggi gli edifici sono stati fedelmente restaurati sulla base di ricerche approfondite (da considerare che la bomba atomica fu sganciata nella zona industriale, quindi separata da quella urbana e commerciale).

A pochi minuti a piedi dalla nave è quindi possibile ammirare la città come era all’inizio del XIX secolo grazie alle residenze restaurate, ai magazzini e agli oggetti esposti. Tra questi Hollander (Dutch) Slope è il quartiere dove si erano insediati gli “Hollander” che non erano solo olandesi ma il termine indicava tutti i “residenti dell’Ovest”.

La zona più rappresentativa con le sue nove case storiche dell’ovest è il Glover Garden. Tra l’altro la casa di Thomas B. Glover, mercante scozzese, è il più antico edificio in stile occidentale esistente in Giappone. Glover arrivò a Nagasaki nella metà del ‘800 fondando la sua società commerciale: la “Glover Trading Co.” e iniziando un illecito commercio di navi, armi e polvere da sparo che i giapponesi richiedevano per le loro interne lotte. Il suo ruolo, insieme ad alcuni altri illustri imprenditori, fu importantissimo nell’ammodernamento dell’industria navale e mineraria e nell’instaurare un florido commercio tra Giappone e Occidente.

In questo complesso ricostruito si accenderà alle varie residenze visitando anche gli interni e i tipici porticati, oltre a trovare alcuni palazzi che sono stati ricollocati: Steel Academy, la portineria dell’ex scuola commerciale superiore e l’ex casa portuale n. 2 della Mitsubishi. Quest’ultima era il dormitorio dell’equipaggio mentre la nave era in riparazione.

Superato Hollander (Dutch) Slope, si entra nel quartiere cinese Shinchi Chinatown con i loro particolari Shrine (santuari) e lanterne.

Accanto a Chinatown, suggerisco di fare un po’ di shopping al Hamano–Machi Arcade soprattutto perché si trovano deliziosi negozi, articoli e cibi tipici.

Proprio dietro all’Arcade inizia la via Teramachi-Dori, disseminata di splendidi Templi buddisti. Tra i più importanti il Kofukuji è miglior esempio della dinastia Ming, con la Hall del Buddha indicata come il più antico edificio di Nagasaki.

Tutti questi monumenti sono raggiungibili a piedi o con un comodo tram: la fermata più vicina al Terminal crociere è Ourakaigan Dori a soli 5 minuti a piedi.

Per arrivare al Parco della Pace è indispensabile il tram: bisogna cambiare a Tsuki-Machi, dopo 15 minuti scendere a Matsuyama-Machi e a tre minuti a piedi si è arrivati. Qui troviamo l’ipocentro dove il 9 agosto 1945 scoppiò la bomba atomica. Da orrore della guerra a parco diviso in cinque zone con diversi monumenti tra cui uno circolare con i nomi delle vittime. Lì vicino poi è visitabile il museo della bomba atomica.

Per ammirare la città non manca un belvedere, il Monte Inasa alto 333 metri. È raggiungibile dalla stazione centrale dove partono bus che portano alla funivia.

Per una gita fuori porta da segnalare i Geyser Unzen, sorgenti di acqua calda e rinomata località termale giapponese distante circa un’ora e mezza da Nagasaki.

Una giornata non sarà sufficiente per tutte queste attrazioni: il miglior suggerimento è quello di organizzare al meglio la visita e perché no, di tornare a scoprire nuovamente la città.

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Lucia Angeli

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