Castellammare, il cantiere più antico d’Italia


Gli appassionati di navi da crociera ricordano il cantiere navale di Castellammare di Stabia per la sua realizzazione di tronconi di cruise liners poi assemblati con il resto della nave negli altri stabilimenti del gruppo Fincantieri. Ultimo di questa serie quello di Explora II di Explora Journeys che è stato varato lo scorso gennaio per poi essere rimorchiato a Sestri Ponente dove è proseguita la costruzione della nave fino al varo di settembre.

Pochi sanno invece che il cantiere stabiese è il più antico del gruppo Fincantieri e a questo sito si fa quindi risalire la genesi dell’industria navalmeccanica italiana, ben prima che il Paese fosse unito sotto un’unica bandiera. Lo stabilimento venne fondato nel 1783 da Giovanni Edoardo Acton, primo ministro del re Ferdinando IV di Borbone e subito prese il via l’attività produttiva con la realizzazione di due piccole fregate per la Real Marina del Regno delle Due Sicilie varate nel marzo e nell’ottobre dello stesso anno. Queste due unità furono realizzate senza numero di costruzione, quindi il numero “1” andò in realtà alla terza nave varata, la corvetta Stabia che toccò il mare la prima volta il 13 maggio 1786. Ma la prima celebre realizzazione delle maestranze stabiesi è il grande vascello Partenope che viene ricordato ancora oggi come una delle navi più possenti della flotta militare napoletana. Varato il 16 agosto 1786, dislocava circa 3.000 tonnellate ed era lungo 55,70 metri e largo 14,40.

In epoca napoleonica il cantiere venne ingrandito nel 1808 per ordine di Gioacchino Murat: il primo varo dopo il potenziamento degli impianti fu quello del vascello Capri (1810), seguito da quello del Gioacchino (1812). Dopo la “Restaurazione” l’attività produttiva riprese lentamente e si dovette attendere appena il 1824 per vedere un altro varo, quello del vascello Vesuvio che raggiungeva le 3.500 tonnellate di dislocamento.

Alla metà del XIX secolo la svolta per l’attività produttiva del cantiere fu l’introduzione della propulsione a vapore. Tra il 1841 e il 1846 vennero realizzate le prime pirocorvette che utilizzavano dei motori da 300 cavalli di potenza. Il loro nomi erano Ercole, Archimede, Carlo III e Sannita: Castellamare si mostrava così la fucina navalmeccanica più all’avanguardia dell’Italia pre-unitaria.

Questa situazione cambiò quando alla dinastia borbonica successe il governo di Garibaldi: al momento erano in costruzione la pirofregata Farnese in seguito ridenominata Italia, la pirocorvetta Etna e in allestimento la pirofregata Borbona (ribattezzata poi Giuseppe Garibaldi) che era stata varata il 18 gennaio 1860.

Nell’Italia unità il cantiere contribuì alla costruzione di una flotta militare nazionale e in quest’ottica va segnalato il varo della corazzata Duilio (11.190 t.d.s.) nel 1876 a cui seguì nel 1880 quello della corazzata Italia (13.900 t.d.s.). Fino allo scoppio della Grande Guerra il cantiere fu praticamente impegnato solamente in commesse militari per la Regia Marina: vanno segnalate le corazzate Ruggero di Lauria (varo 1884), Re Umberto (1888), Emanuele Filiberto (1897), Benedetto Brin (1901), Napoli (1903), Vittorio Emanuele III (1904) e gli incrociatori corazzati San Giorgio e San Marco consegnati entrambi nel 1908. Ma le costruzioni più importanti di questo periodo sono la corazzata Dante Alighieri del 1910 e soprattutto della grande Caio Duilio. Con 22.964 tonnellate di dislocamento a pieno carico era una delle navi di punta della Regia Marina: entrò in servizio pochi giorni prima dell’entrata dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale.

Prima dello scoppio del conflitto era stata già concepita una nuova classe di corazzate giganti per l’epoca: ben 34.000 tonnellate di dislocamento. Il prototipo venne assegnato al cantiere di Castellamare e i lavori furono sospesi durante il conflitto per poi riprendere alla fine delle ostilità. Il 12 maggio del 1920 venne quindi varata la Francesco Caracciolo che però non entrò mai in servizio visto che gli l’Italia aveva aderito al trattato di Washington che stabiliva il dislocamento consentito ad ogni potenza nel campo delle navi da battaglia. Lo scafo non fu completato come nave da guerra e si pensò di allestirlo come transatlantico, alla fine però le difficoltà tecniche dell’operazione portarono alla sua demolizione.

Durante il ventennio il cantiere stabiese tornò agli onori della cronaca per aver realizzato due delle navi più celebri della storia della flotta militare italiana, parliamo delle navi scuola Cristoforo Colombo ed Amerigo Vespucci. La prima venne varata nel 1928, mentre la seconda la seguì nel 1931. Quest’ultima è tutt’oggi uno dei velieri più ammirati al mondo e rappresenta un vanto per l’Italia intera.

La ripresa dell’attività del cantiere dopo le distruzioni della guerra ripartì con la ricostruzione del cacciatorpediniere Giulio Germanico affondato dai tedeschi in ritirata in banchina. Ribattezzato San Marco, venne consegnato nel 1956 dopo un’intensa attività di ripristino e modernizzazione.

Altre importanti commesse furono assegnate dalla nuova Marina Militare Italiana a Castellamare: l’incrociatore lanciamissili Caio Duilio (consegnato nel 1964) e soprattutto il Vittorio Veneto (consegnato nel 1969) che sarà per 16 anni l’ammiraglia della nostra marina (fino all’ingresso in servizio della “monfalconese” Giuseppe Garibaldi). Ormai il cantiere era entrato nell’Italcantieri che lo destinò soprattutto alle costruzioni civili, non prima però di aver completato il cacciatorpediniere Ardito che venne consegnato nel 1973. Negli anni Settanta del Novecento furono diverse le navi da carico miste qui realizzate, seguite da una lunga serie di traghetti per la Tirrenia consegnati tra il 1978 e il 1981 (Deledda, Verga, Domiziana, Emilia, Nomentana, Aurelia e Flaminia). 

Negli anni Ottanta, prima dell’ingresso dello stabilimento in Fincantieri, la costruzione più significativa fu la bulk carrier Filomena Lembo della Deiulemar. Venne consegnata nel 1984 quando nasceva la nuova era dell’industria cantieristica italiana che ha saputo riportare al vertice la navalmeccanica italiana.

Le costruzioni più importanti dell’epoca Fincantieri sono state prima le car carriers e poi i cruise ferries per Tirrenia e Grimaldi: ricordiamo il Bithia, il Janas, l’Athara, il Nuraghes, lo Sharden, il Cruise Roma, il Cruise Barcelona, il Cruise Europa e il Cruise Olympia. Da segnalare infine la consegna del piccolo traghetto F.-A.-Gautier che rappresenta la prima nave dual fuel costruita Italia, cioè alimentabile sia a LNG e con il tradizionale diesel.

Questa tradizione secolare si è rinnovata nel 2019 con il varo della LHD Trieste, la più grande costruzione militare italiana del dopoguerra. Realizzazione che proietta il sito di Castellammare nel futuro.

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Matteo Martinuzzi

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